The PESCA gate 🍑
O come un piccolo frutto può creare scandalo, intasare i social e diventare trend topic per le testate nazionali. Un'esagerazione insensata? Sì, anche per me, cresciuta con genitori divorziati
Ciao a tutt*, come state? La newsletter di Cose, a caso, questa volta è arrivata con un paio di giorni di ritardo, mea culpa, ma tra il rientro da New York e una settimana lavorativa decisamente intensa, il mio cervello aveva bisogno di un momento per elaborare e mettere in ordine le idee.
Come vi ho anticipato, sono tornata da New York, un viaggio pazzesco, una città vibrante che ti fa sentire dentro a un frullatore ma ti ricarica ogni volta che esci di casa per quanto è complessa e sfaccettata. Al tempo stesso, ogni tanto mi sono sentita stordita per il rumore e cullata per la costanza con cui ti pervade, ti entra nelle orecchie e ti accompagna in ogni momento della giornata. Per non parlare delle altezze, del sole che si riflette sul vetro degli edifici e delle vertigini che ho sentito di tanto in tanto rendendomi conto di essere una briciola davanti a tanta grandezza e umana ingegneria. Sono anche contenta di essere tornata in tempo e di essermi evitata lo stato di emergenza e la pioggia torrenziale. Fiùùùùù!
Welcome to the PESCA gate 🍑
Mentre a New York mi si svuotavano le tasche e il conto in banca, una sera mi sono imbattuta durante una sbirciatina sui social sul nuovo drama nostrano: la pesca dell’Esselunga.
I primi giorni avevo deciso che ne avrei letto solo i commenti e articoli che a cascata era facilissimo trovare su qualsiasi homepage, senza guardarla. Non capivo il senso di insistere con tanta veemenza su un contenuto pubblicitario che, di per sé, rappresentava una minima porzione di una realtà di vita, probabilmente richiesta dallo stesso brief del cliente (ricordiamo, Esselunga). A questo poi aggiungevo la consapevolezza che si trattava probabilmente di una bolla che a breve sarebbe scoppiata e di cui già a fine mese nessuno avrebbe più parlato. Eppure, mi fremevano le mani.
Poi la politica ha deciso di dire la sua, ogni fazione ha commentato, ci sono state visioni e stravolgimenti vari, sono stati aggiunti significati che, secondo me, gli stessi creativi che l’hanno ideata non avevano neanche in mente. Il grande problema qui è che pensiamo sempre che esista una certa “dietrologia” nelle cose, messaggi da cifrare o reconditi rimandi e invece, a mio parere (quindi di poco valore ma pur sempre un parere), non è così.
Alla fine ho ceduto, l’ho vista mentre cenavo e guardavo la tv. Responso: è l’istantanea di una situazione familiare comune e del ruolo che il cibo potrebbe avere - anche una semplice pesca - per unire e creare un legame. Il messaggio, di per sé, non è neanche sbagliato. Il problema, credo, è che compare la solita famiglia - padre, madre (benestanti, se posso aggiungere) e figlia - senza prendere in considerazione nessun’altra tipologia o possibilità di famiglia. Per essere più aderenti alla quotidianità, si sarebbe potuta raffigurare un’altra scena e stravolgere l’idea della famiglia canonica: madre e figlia che vanno nel supermercato a comprare il dolce da portare a pranzo a casa del papà e la sua nuova compagna o viceversa? Follia? Fantascienza? Per me no.
Sono cresciuta in una famiglia che amo definire disfunzionale. Il che mi ha apportato tanti traumi ma altrettanti benefici. Da quando ho otto anni, i miei genitori non vivono sotto lo stesso tetto ma non c’è mai stato un Natale o un compleanno in cui non siano stati presenti entrambi. Ero triste quando si sono lasciati? Certo, e credo di aver anche sperato che decidessero di fare marcia indietro.
Ognuno di loro si è rifatto una vita. L’ho accettato perché sapevo che se stavano bene loro, sarei stata bene anche io. Forse siamo un’eccezione: tutte le volte che mi sono trovata a spiegare e raccontare a chi conosco la storia della mia famiglia, in tanti si sono meravigliati, hanno pensato che fosse la trama di una serie tv. Non è stato fin dal principio tutto rose e fiori e ancora oggi tante volte non lo è, eppure, di tante cose potrei colpevolizzare i miei genitori ma mai per non avermi fatto sentire amata e parte di una famiglia, anche se non canonica. Ah, dimenticavo: la mia famiglia allargata e disfunzionale si ritrova ogni weekend per la colazione o per il pranzo. A proposito del potere del cibo, anche se non per tutti è una pesca.
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🍭Melting pot
Letture, chicche e ascolti
Questo mese con il melting pot ci vado piano perché penso di avervi drenato anche quel poco di forza vitale che vi teneva in piedi in questo primo lunedì di ottobre, quindi, andiamo dritti dritti al punto con una brevissima selezione di articoli:
✨ #lazygirljob è il nuovo hashtag che imperversa su Tik Tok. Sapete tutt* di cosa si tratta? La BBC ci spiega in che cosa consiste: un lavoro a basso stress, completamente a distanza, con poca supervisione e un buono stipendio. Sogno o son desta? 😍
✨I giovani di oggi sono più poveri dei loro genitori? A quanto pare sì, secondo Michael Hobbes i poor Millennials soffrirebbero dell’ansia di finire i soldi, o di non averne abbastanza. Un comportamento che sta diventando sempre più invasivo soprattutto sul piano della solidità psicologica e affettiva, perché influisce sull’autostima e sul modo in cui ci si relazionia agli altri. Anche voi soffrite di ansia da soldi? Ecco l’articolo completo comparso su The Vision
✨Donna o ragazza? Perché tendiamo a definirci ( voi della quota femminile che leggete la newsletter) più ragazze che donne anche se, ahimé, i trenta li abbiamo passati da un po’? Sembrerebbe per i pregiudizi associati alla parola donna ma anche, forse, colpa dei social? Il Post ovviamente ci ilumina.
✨ Chi se lo ricorda il periodo del lockdown? Ci ripensate con nostalgia o ansia? Io ci devo riflettere anche se chiudermi in casa e avere il tempo per dedicarmi anima e corpo solo a quello che voglio non mi dispiacerebbe. Su Rivista Studio, ho trovato un pezzo/riflessione “La tentazione di sognare un nuovo lockdown”. Sono tentatissima!
Anche questa newsletter è giunta al termine. L’appuntamento come sempre è a fine mese nella vostra casella di posta. Nel frattempo io sto già pensando alle prossime vacanze: un bel ponte a fine ottobre? ✈️
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